Careste
Nel 1182 la cappella di Careste era sotto il patronato apostolico della cattedrale di Sarsina. La chiesa “situata su un monte alto e scosceso, dove tale è la forza del vento che la chiesa è stata costruita senza finestre e con una sola porta. Ciò nonostante il parroco talvolta deve celebrare a porta chiusa, perché il vento spegne le candele dell’altare. Careste ha 24 famiglie, 164 anime”. (19.09.1607, visita pastorale di Mons. Nicola Brauzzi).
Montalto e Careste costituiscono una delle zone di maggiore interesse naturalistico dell’Appennino Cesenate. Proprio in virtù del suo pregio ambientale è stata inclusa dalla Regione Emilia-Romagna – nell’ambito del progetto “Rete Natura 2000” – nei Siti di Interesse Comunitario (SIC) con la denominazione: IT4080010 – Careste presso Sarsina.
Lungo la mulattiera che ci conduce a Careste si incontra il bivacco di Castellaccio (sempre aperto).